Anche quest’anno alla vigilia di Natale su Italia 1 verrà trasmesso Una poltrona per due, il cult di John Landis con Eddie Murphy, Dan Aykroid e Jamie Lee Curtis.
Ormai un appuntamento fisso per quello che è diventato il film cult di Natale per antonomasia, nonostante le polemiche che quest’anno si sono accese in occasione della sua proiezione al cinema – avvenuta dal 9 all’11 dicembre – per i suoi contenuti scarsamente compatibili con il clima politically correct attualmente imperante nel campo mediatico.
Una poltrona per due: una godibilissima commedia sempreverde
Stiamo parlando di una commedia girata nel 1983, intrisa di una forte satira sociale, di fatto una netta condanna degli eccessi del turbocapitalismo e dell’edonismo reganiano.
Il film ruota intorno alla sordida scommessa tra due avidi e tirchi miliardari, i fratelli Randolph e Mortimer Duke (interpretati da Ralph Bellamy e Don Ameche), di fatto un crudele esperimento sociale, basato sull’assunto che sono le condizioni economiche di partenza di ogni persona a determinarne univocamente il successo o il fallimento sociale.
E così i due attempati ricconi decidono di precipitare nella miseria un loro dipendente, l’agente di borsa Louis Winthorpe III (Dan Aykroyd), yuppie prototipo del bianco WASP, distruggendone con un miserabile raggiro la reputazione, di fatto sbattendolo sulla strada. Dove incontra Ophelia (Jamie Lee Curtis), un’avvenente prostituta dal cuore d’oro.
Contemporaneamente, il mendicante di colore e piccolo truffatore Billie Ray Valentine (Eddie Murphy) viene sollevato dalla sua pietosa condizione e messo al posto di Louis.
Sarà capace di diventare a sua volta un irreprensibile manager di successo? E nel frattempo Louis diventerà un delinquente amorale? Una situazione intrigante, fonte di innumerevoli situazioni parossistiche, che danno vita a gag ormai entrate nella storia del cinema.
Un film costruito benissimo, con una regia impeccabile, che permette a John Landis di abbandonare i temi demenziali delle sue precendenti commedie, tra cui spiccano Animal House e The Blues Brothers, anch’esse diventate dei cult, e destinate a rimanere scolpite nella storia del cinema.
E anche il cast è eccezionale. Dan Aykroyd era al tempo già famoso, mentre Una poltrona per due lancia la carriera di Eddie Murphy, e permette a Jamie Lee Curtis di abbandonare i generi horror e thriller, nei quali aveva costruito fino ad allora la sua carriera, anche in film diretti da Carpenter, basti pensare a The Fog e Halloween – La notte delle streghe.
Una poltrona per due: alla faccia delle polemiche, una splendida favola di Natale
Alla fine Billie e Louis si coalizzano contro i fratelli Duke, facendogli vedere i sorci verdi, grazie anche all’aiuto di Ophelia e dell’irreprensibile maggiordomo Coleman (Denholm Elliot).
Gli sfruttati, neri e bianchi insieme, si uniscono contro le forze oscure del capitalismo, e utilizzando i suoi stessi meccanismi perversi ottengono giustizia, come ci si aspetta da ogni buona favola natalizia.
Un tema, quello della lotta contro il potere e l’autorità costituita, che si era già visto nei lavori precedenti di John Landis. E che qui raggiunge l’apoteosi, grazie al potere dissacrante della satira, e in fondo chissenefrega se nel film viene usata la parola negro.
Parliamo di una commedia degli anni ottanta.
Che usa il razzismo per dissacrarlo. Così come mostra i meccanismi perversi del capitalismo estremo proprio per denunciarli e demitizzare Wall Street.
A tale riguardo, giova ricordare che nel 2010 viene approvato e firmato dall’allora presidente Barak Obama, il primo di origine afroamericana nella storia degli Stati Uniti d’America, il Dodd-Frank Wall Street Reform and Consumer Protection Act, che nella sezione 746 stabilisce l’illegalità dell’utilizzo di informazioni non pubbliche per operare nel mercato dei futures.
Una norma chiamata Eddie Murphy Rule, proprio in onore dell’attore che ha avuto un ruolo centrale in Una poltrona per due, film nel quale i fratelli Duke vogliono infatti guadagnare miliardi proprio sfruttando informazioni riservate. Potere del cinema.
E quindi, anche questo Natale godiamoci Una poltrona per due. Che tra l’altro è anche un meraviglioso specchio degli anni ottanta. E lasciamo pure che certi benpensati si strappino le vesti in onore del politically correct. Affari loro.