Mal d’auto, la cura è in una playlist: le melodie che annullano la nausea (secondo la scienza)

Scopri come la musica giusta può ridurre i sintomi del mal d’auto del 57%: uno studio rivoluziona i viaggi in auto.

Chi è abituato a lottare con il mal d’auto conosce la routine: finestrino abbassato, sguardo fisso all’orizzonte, divieto assoluto di leggere anche solo un messaggio. Una piccola lotta tra il nostro apparato vestibolare – l’equilibrista dentro l’orecchio – e il cervello che non capisce più se siamo fermi o in movimento. Ma se la soluzione non fosse in un farmaco, ma nelle cuffie del tuo smartphone?

La risposta arriva da uno studio innovativo dell’Università di Chongqing, in Cina, pubblicato sulla rivista Frontiers in Human Neuroscience. I ricercatori hanno scoperto che alcuni generi musicali possono ridurre i sintomi della chinetosi – il termine tecnico per il mal d’auto – di oltre la metà. Altri, al contrario, possono trasformare un viaggio in un incubo.

4 generi musicali a confronto: quale funziona contro il mal d’auto?

Il team, guidato da Bangbei Tang, ha monitorato 30 volontari, analizzando sia i loro sintomi soggettivi che l’attività cerebrale in tempo reale tramite elettroencefalogramma (EEG). Ogni partecipante è stato esposto a quattro tipi di playlist diverse:

Musica dolce e rilassante (es. brani acustici o new age)
Musica allegra e ritmata (es. pop ottimista)
Musica “appassionante” ed epica (es. colonne sonore di film)
Musica triste e malinconica (es. ballate lente)

I risultati sono stati più che chiari. La musica allegra ha ridotto vertigini e nausea del 57,3%, mentre quella dolce si è fermata di poco sotto, con un ottimo 56,7%. Anche la musica “appassionante” ha offerto un sollievo significativo (48,3%). La vera sorpresa negativa? La musica triste. Non solo non ha aiutato, ma ha peggiorato la percezione del disagio.

“La musica triste crea un effetto di risonanza emotiva che può intensificare le sensazioni spiacevoli”, spiegano i ricercatori: “Invece di fornire sollievo, le melodie malinconiche sembrano rendere le persone più consapevoli del loro disagio”.

Ma come fa un semplice brano musicale a calmare le tempeste nel nostro stomaco? Il merito è di un duplice meccanismo d’azione, rivelato dai tracciati EEG.

La musica dolce agisce da sedativo naturale per il sistema nervoso, abbassando i livelli di stress e ansia che spesso amplificano la nausea. È una coperta calda per i neuroni.

La musica allegra, al contrario, funziona per distrazione attiva. Coinvolge i circuiti cerebrali della ricompensa e del piacere (come quello della dopamina), distogliendo l’attenzione dal conflitto sensoriale che causa il mal d’auto e migliorando l’umore generale.

In entrambi i casi, il sollievo si traduce in un aumento misurabile delle onde alfa (8-13 Hz), le stesse che dominano il cervello quando siamo in uno stato di rilassamento a occhi aperti. Lo studio ha anche notato che durante la chinetosi, l’attività della corteccia occipitale (l’area visiva) si riduce; con la musica giusta, questa attività torna a intensificarsi, a suggerire una riconnessione tra i segnali visivi e quelli di equilibrio.

Queste scoperte potrebbero rivelarsi preziose in un futuro molto prossimo: l’era della guida autonoma. Quando non saremo più costretti a guardare la strada, ma potremo leggere, lavorare o guardare video, l’incidenza del mal d’auto è destinata ad aumentare. Come suggerisce una ricerca complementare del MIT Media Lab, in uno scenario del genere, l’abitacolo dell’auto diventerà un vero e proprio ambiente bio-adattivo.

Immaginate un’auto che, tramite sensori o telecamere, sia in grado di rilevare i primi segnali di pallore o sudorazione in un passeggero e modifichi automaticamente l’ambiente sonoro, proponendo la playlist più adatta a scongiurare la crisi. Un vero e proprio “controllo climatico” per il benessere neurologico.

Lo studio di Chongqing ha i suoi limiti, come ammettono gli autori: un campione piccolo e giovane (20-30 anni) e sessioni musicali di soli 60 secondi. Tuttavia, i risultati aprono una strada affascinante verso una terapia non farmacologica, priva di effetti collaterali come la sonnolenza indotta dai classici medicinali.

La prossima volta che prepari la valigia, non dimenticare di creare la playlist perfetta. Perché la scienza dice che quella canzone che ti mette di buonumore non è solo un piacere: è un vero e proprio farmaco per il viaggio.

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