Un nuovo studio rivela che un collutorio all’aglio può essere quasi efficace quanto la clorexidina contro l’alito cattivo.
L’alito cattivo non è solo un fastidio sociale: è un piccolo grande problema quotidiano che coinvolge milioni di persone e che spesso nasconde squilibri del cavo orale, accumuli batterici o abitudini poco corrette. E se la soluzione arrivasse proprio dal re degli ingredienti “anti-bacio”, nonché il nemico principe dei vampiri? E se quello che da sempre associamo all’odore più persistente fosse la soluzione all’alitosi? Sì, parliamo proprio dell’aglio.
Un recente lavoro scientifico condotto dall’Università di Sharjah, negli Emirati Arabi Uniti, ha riportato l’attenzione su questo ingrediente antico, sostenendo che un collutorio a base di estratto di aglio potrebbe essere quasi efficace quanto la clorexidina, l’antisettico considerato gold standard nella lotta contro batteri e funghi presenti nella bocca. Una provocazione? Non proprio. Lo studio si basa su una meta-analisi di cinque ricerche precedenti e apre la porta a un’alternativa naturale per chi non tollera i collutori chimici tradizionali.
La clorexidina è nota per la sua efficacia, ma anche per i suoi effetti collaterali: alterazione del gusto, macchie su denti e lingua, sensazione di bruciore e, in alcuni casi, rischio di favorire resistenze microbiche se utilizzata in modo prolungato. Da qui l’interesse verso soluzioni alternative.
Aglio vs collutorio chimico: cosa dice davvero la ricerca
Il principio attivo responsabile delle proprietà antibatteriche dell’aglio è l’allicina, una molecola che si sviluppa quando l’aglio viene schiacciato o tritato. Proprio questa sostanza è in grado di contrastare numerosi microrganismi, inclusi batteri resistenti ai farmaci, funghi e virus.
Secondo i ricercatori, un collutorio con estratto di aglio al 3% ha mostrato, nell’arco di una settimana, una riduzione significativamente maggiore della carica batterica salivare rispetto a un collutorio allo 0,2% di clorexidina. Un dato che sorprende e che mette in discussione l’idea che solo il chimico sia sinonimo di efficacia.
Questo non significa che l’aglio sia una panacea universale. Gli stessi studiosi sottolineano che la clorexidina mantiene una superiorità nel contrastare alcuni specifici batteri patogeni, come il Porphyromonas gingivalis, spesso associato a gengiviti e parodontiti. Ma l’estratto di aglio si è dimostrato particolarmente potente contro ceppi multiresistenti, una caratteristica che potrebbe rivelarsi preziosa in un’epoca in cui l’antibiotico-resistenza è un problema sempre più grave.
Il rovescio della medaglia? Il gusto e l’odore. Per quanto efficace, il collutorio all’aglio provoca bruciore e lascia un sapore decisamente poco invitante, fattori che potrebbero scoraggiarne l’uso quotidiano.
Alito cattivo: non è solo una questione di odore
L’alitosi, nella maggior parte dei casi, nasce proprio dall’accumulo di batteri sulla lingua, tra i denti e nelle tasche gengivali. Questi microrganismi producono composti solforati volatili responsabili del tipico odore sgradevole. Ma alla base possono esserci anche secchezza orale, problemi digestivi, fumo, diete squilibrate o infezioni.
È per questo che gli esperti ricordano come nessun collutorio – naturale o chimico – possa sostituire una corretta igiene orale quotidiana: spazzolamento accurato, uso del filo interdentale, pulizia della lingua e visite periodiche dal dentista restano le vere colonne portanti della prevenzione.
In questo contesto, l’aglio potrebbe rappresentare un’opzione complementare, da valutare soprattutto per chi cerca soluzioni meno aggressive o per chi sviluppa intolleranza ai prodotti tradizionali.
Naturale non significa sempre migliore
Il fascino dei rimedi naturali è forte, ma la prudenza resta fondamentale. L’uso fai-da-te di collutori casalinghi a base di aglio non è privo di rischi: concentrazioni errate possono irritare le mucose o causare infiammazioni. Gli studiosi stessi invitano a considerare questi risultati come un punto di partenza, non come una sostituzione definitiva delle terapie consolidate.
Tuttavia, il messaggio è chiaro: l’aglio, da semplice ingrediente da cucina, si conferma ancora una volta protagonista in ambito medico e terapeutico. E chissà che in futuro non entri ufficialmente nella routine dell’igiene orale, magari rivisitato in versioni meno “odorose” e più accettabili per la vita sociale (ma non per i vampiri: loro non lo accetterebbero mai).