Matera vuole la Puglia e avvia il referendum per lasciare la Basilicata. I Sassi saranno pugliesi?
Matera guarda verso la Puglia, e lo fa con determinazione. La città dei Sassi è pronta a lanciare il referendum che potrebbe sancire il suo passaggio nella regione confinante. La proposta, firmata dagli ex senatori Tito Di Maggio e Corrado Danzi, è già stata depositata al Comune di Matera e prevede un semplice ma significativo quesito: “Volete che Matera lasci la Basilicata per unirsi alla Puglia?”.
Le motivazioni alla base di questa iniziativa sono chiare: i promotori puntano il dito contro lo squilibrio di poteri all’interno della Basilicata, con Potenza considerata troppo influente a discapito di Matera. L’obiettivo? Rilanciare lo sviluppo economico e culturale della città, inserendola in un territorio ritenuto più dinamico. “Matera ha bisogno di ricevere le giuste attenzioni”, affermano, sottolineando come la città meriti di essere protagonista di un cambiamento radicale.
Secondo Di Maggio e Danzi, il momento storico di Matera richiede questa svolta, soprattutto alla luce dei problemi regionali che emergono con sempre maggiore evidenza. “Il sistema regionale attuale è al collasso”, dicono, indicando come la creazione di macroregioni potrebbe essere la chiave per ottimizzare le risorse pubbliche e migliorare la vita dei cittadini. “Oggi avere venti regioni è un lusso insostenibile”, aggiungono, lanciando un chiaro messaggio a favore della razionalizzazione amministrativa.
Matera vuole la Puglia, l’iter del Referendum (e il precedente che fa sperare)
Il percorso per arrivare al referendum è già avviato, ma ancora lungo. Nei prossimi 15 giorni, il Consiglio comunale dovrà esprimersi sull’ammissibilità della proposta e sulla formulazione definitiva del quesito. Successivamente, i promotori avranno 60 giorni per raccogliere le firme necessarie, che verranno verificate entro un mese dalla loro presentazione. Una volta concluse queste fasi, il referendum potrebbe tenersi entro quattro mesi.
Matera non è la prima città a cercare una nuova identità regionale. Un esempio recente è quello di Sappada, che nel 2017 ha abbandonato il Veneto per entrare a far parte del Friuli Venezia Giulia, dimostrando che cambiamenti simili sono possibili, seppur complessi.