Elon Musk e quel passato da immigrato irregolare negli Stati Uniti

Il passato di Elon Musk, oggi cittadino statunitense, negli States non è esattamente specchiato: andiamo a vedere come entrò nel Paese, ormai parecchi anni fa.

Elon Musk, miliardario sudafricano naturalizzato statunitense che oggi si scaglia contro alcuni giudici italiani per aver sospeso la convalida del trattenimento di sette migranti portati in Albania, si trovò ad affrontare seri problemi legali legati al suo status di immigrato nei primi anni della sua epopea negli Stati Uniti, secondo un’inchiesta del Washington Post di qualche settimana fa. All’epoca, Musk si trovava negli USA senza le autorizzazioni necessarie, e lui stesso ammise in un’email che “non aveva il diritto legale di rimanere nel paese”.

Dopo aver ottenuto la cittadinanza canadese attraverso sua madre, nata in Canada, Musk iniziò gli studi universitari in Canada prima di trasferirsi negli Stati Uniti con un visto per studenti per frequentare l’Università della Pennsylvania. Tuttavia, nel 1995, invece di continuare gli studi presso Stanford, dove era stato accettato, abbandonò i corsi e avviò la sua prima azienda, Global Link Information Network, poi diventata Zip2. Questo passaggio, secondo esperti legali, rese invalido il suo visto studentesco, che richiedeva la frequenza attiva dei corsi.

Leon Fresco, ex avvocato del Dipartimento di Giustizia, ha spiegato in tal senso: “Svolgere attività lavorative, anche non pagate, per generare entrate è chiaramente illegale per chi è sotto visto studentesco”.

A suo tempo, gli investitori di Zip2, preoccupati per una possibile espulsione di Musk, consultarono avvocati specializzati per trovare una soluzione. Uno degli investitori dichiarò anonimamente che, forse ingenuamente, non approfondirono mai lo status legale di Musk al momento dell’accordo.

D’altra parte, quella dei problemi con l’immigrazione negli States sembra una caratteristica di famiglia: anche il fratello di Musk, Kimbal (che Elon assunse per affiancarlo nel guidare la compagnia), ebbe più di qualche problema.

In un’occasione, dopo essere stato respinto alla frontiera dopo un volo dal Canada per aver lavorato illegalmente negli States, si trovò a dover entrare nel paese via auto e a dover mentire agli agenti di frontiera dicendo che stava entrando nel paese per assistere al Late Show di David Letterman (quando in realtà doveva partecipare a un incontro cruciale con degli investitori.) Secondo Ira Kurzban, esperto di immigrazione ed ex presidente di American Immigration Lawyers, tale comportamento costituisce “frode d’ingresso” e potrebbe portare all’espulsione permanente.

Zip2 fu venduta nel 1999 per 305 milioni di dollari, fruttando a Musk 22 milioni. Questo successo fu il trampolino di lancio per la carriera di Musk – poi CEO di PayPal, e successivamente fondare Tesla e SpaceX. Nonostante ora sia cittadino statunitense, rimane questa ombra nel suo passato.

E fa quantomeno sorridere pensare che Musk sia diventato opinion leader delle destre (e di quel Donald Trump della tolleranza zero contro gli irregolari), laddove appena un decennio fa il fratello lo definiva (e si definiva) “immigrato illegale”.

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