Piero Fassino e l’accusa di taccheggio all’aeroporto: ecco com’è finita

L’insolito caso di taccheggio che ha coinvolto Piero Fassino si conclude con un’archiviazione grazie a un risarcimento di 500 euro. Evitato il processo.

La vicenda che ha coinvolto Piero Fassino all’aeroporto di Fiumicino si è chiusa con un’archiviazione grazie a una “condotta riparatoria”, accettata dal giudice per le indagini preliminari di Civitavecchia. Questo esito, legato alla lieve entità dell’episodio e al fatto che Fassino non avesse precedenti penali, ha permesso all’ex ministro di evitare un processo. Il fatto risale al 15 aprile 2024, quando il deputato del Partito Democratico è stato accusato di aver preso senza pagare un profumo Chanel dal valore di 130 euro, poco prima di imbarcarsi per Bruxelles. Fassino ha dichiarato che l’incidente è stato causato da una distrazione mentre rispondeva al telefono, ma le immagini delle telecamere di sorveglianza pare raccontassero una versione differente.

A seguito delle indagini, è emersa un’offerta da parte di Fassino per risolvere il caso senza andare in tribunale. Il suo avvocato, Fulvio Gianaria, ha proposto un risarcimento di 500 euro in base all’articolo 162 ter del Codice Penale, che permette l’estinzione del reato con una compensazione monetaria pari alla metà della pena pecuniaria massima prevista. Gianaria ha sottolineato che questa soluzione era la migliore per evitare la “portata mediatica” di un processo, pur definendo il video che incrimina Fassino come “equivoco” e frutto di un malinteso.

L’importanza delle testimonianze e il ruolo del video

Il video di sorveglianza ha rappresentato un elemento importante nel caso, anche se non ha fornito una certezza assoluta sugli eventi. Le immagini, infatti, sembravano mettere in dubbio la versione di Fassino, poiché lo mostrano mentre inserisce il profumo in tasca, ma non è del tutto chiaro se si trattasse di una distrazione o di un gesto intenzionale. Anche le testimonianze dei dipendenti del duty-free hanno segnalato episodi simili in passato, ma non ci sono prove definitive. Nonostante l’offerta immediata di Fassino di pagare, la direzione del negozio ha scelto comunque di procedere con la denuncia, basandosi anche su sospetti precedenti.

La proposta di risarcimento è stata accolta positivamente dal sostituto procuratore Alessandro Gentile, che ha trasmesso il fascicolo al giudice per l’archiviazione senza la necessità di un’udienza. Tuttavia, l’azienda coinvolta, Aelia Lagardere, ha negato qualsiasi trattativa di risarcimento con Fassino. Nonostante le complicazioni, la vicenda si è conclusa senza ulteriori sviluppi legali, lasciando Fassino libero da accuse grazie all’accettazione del risarcimento e all’archiviazione del caso.

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