Scoperto in Italia come le emozioni attivano le stesse aree cerebrali delle sensazioni fisiche: nuove connessioni cervello-corpo.
Quante volte abbiamo sentito dire ad un amico innamorato di sentire le farfalle nello stomaco? No, in realtà non abbiamo mai sentito qualcuno dirlo davvero – ché sarebbe discretamente cringe – ma è così che si dice, che chi è innamorato sente le farfalle nello stomaco.
Ebbene, pare che non sia poi soltanto una metafora di dubbio gusto: la scienza ha infatti rivelato che il cervello associa sentimenti come felicità e tristezza e rabbia (in Sicilia, si dice – per esempio – che una persona che si adira si adduma, si accende, ma come un fuoco) a stimoli fisici reali.
Uno studio condotto dall’Università di Milano-Bicocca, in collaborazione con l’Istituto Ortopedico Galeazzi, ha confermato che determinate emozioni attivano nel cervello le stesse aree che rispondono a sensazioni tattili e motorie.
Pubblicata su iScience (e rilanciata dai media nazionali la scorsa estate) la ricerca mostra come sentimenti profondi e movimenti del corpo siano strettamente intrecciati nel cervello umano. “Sapevamo già che esistono legami tra emozioni e specifiche zone corporee”, spiega Elena Nava, coautrice dello studio coordinato da Michelle Giraud, “ma per la prima volta dimostriamo che anche le stesse aree cerebrali coinvolte nel movimento e nel tatto partecipano alla generazione delle emozioni”.
Utilizzando una risonanza magnetica funzionale a 3 Tesla, tecnologia di ultima generazione capace di ottenere immagini di altissima qualità, il team ha osservato le reazioni cerebrali di 26 partecipanti, esposti a stimoli sia fisici che emotivi. Questa procedura ha permesso di creare due mappe cerebrali che, una volta unite, hanno rivelato come certe aree rispondano sia a stimolazioni sensoriali che emozionali.
“I risultati rafforzano l’idea di un’esperienza emozionale ‘incarnata’”, prosegue Nava, “poiché sembra necessario percepire fisicamente un’emozione per riuscire a comprenderla e viverla consapevolmente”. Questa scoperta potrebbe aprire la strada a nuove modalità di studio del cervello, considerando il ruolo centrale delle sensazioni fisiche nella comprensione e nell’elaborazione delle emozioni.