“San Siro va abbattuto”, le parole che scuotono l’Italia

La questione dello stadio di San Siro continua a tenere banco nel dibattito pubblico, le parole di Paolo Scaroni, presidente del Milan.

Durante un intervento al Festival dello Sport, Scaroni ha ribadito la necessità di un cambiamento radicale: “Sei anni fa dissi che lo stadio di San Siro doveva essere completamente rifatto, perché ormai era vecchio e superato – ha dichiarato -. La mia idea era quella di demolirlo e costruirne uno nuovo accanto. Molti mi dicevano: ‘Ma sei fuori? Vuoi abbattere la Scala del Calcio?’. E io rispondevo: ‘Scala del Calcio? È solo una struttura antiquata.’ Wembley, che era ancora più leggendario, è stato demolito, perché non possiamo fare lo stesso?”.

Il futuro del calcio milanese sembra ora essere legato proprio a San Siro, anche se le opzioni sul tavolo rimangono diverse. Le società calcistiche milanesi, infatti, preferirebbero erigere un nuovo impianto nelle immediate vicinanze dell’attuale stadio Meazza, mentre il Comune di Milano preme per una ristrutturazione dello stadio esistente. Scaroni ha commentato questa possibilità, dicendo: “Stiamo valutando con attenzione l’ipotesi iniziale di costruire un nuovo stadio nell’area di San Siro, mantenendo alcuni elementi del vecchio impianto ma offrendo alla città una struttura completamente nuova. Ne ho discusso anche con il Sindaco proprio stamattina. C’è anche l’opzione di edificare uno stadio a San Donato Milanese, ed è una possibilità concreta, tanto che abbiamo già investito 40 milioni di euro“.

Scaroni ha anche voluto sottolineare l’importanza di una gestione economica sostenibile, evidenziando come il contesto finanziario del calcio sia drasticamente cambiato negli ultimi anni. “Quando sono arrivato alla guida del Milan, il club fatturava meno di 180 milioni di euro, ora siamo oltre i 450 milioni. Ho sollevato io stesso il tema della sostenibilità economica nel calcio, mentre allora si viveva ancora nel mondo dei presidenti-mecenati come Berlusconi e Moratti, che erano disposti a finanziare i club di tasca propria. Oggi, la sostenibilità economica è diventata un principio condiviso da tutti”.

Lo stadio di San Siro: un simbolo in evoluzione

Lo stadio di San Siro, ufficialmente intitolato a Giuseppe Meazza, è una delle icone più riconoscibili del calcio mondiale. Costruito nel 1926 e inizialmente destinato solo alle partite dell’AC Milan, è diventato la casa condivisa delle due squadre di Milano, Milan e Inter, a partire dagli anni ’40. Il soprannome “Scala del Calcio” deriva dal suo status di palcoscenico prestigioso, simile alla Scala per l’opera, in cui i più grandi interpreti del calcio hanno calcato il campo.

Negli anni, lo stadio è stato ampliato e modernizzato in diverse fasi, soprattutto in occasione dei Mondiali del 1990, quando subì una ristrutturazione che portò alla costruzione del terzo anello e delle celebri torri cilindriche. Tuttavia, nonostante i vari aggiornamenti, San Siro ha mantenuto una struttura fondamentalmente legata agli standard del secolo scorso, spingendo molti a chiedere un intervento più radicale.

Nel contesto calcistico internazionale, è interessante notare che anche impianti storici come il vecchio Wembley, costruito nel 1923 e considerato uno dei templi del calcio mondiale, è stato demolito nel 2003 per fare spazio a una struttura più moderna e funzionale. La demolizione di Wembley ha mostrato che, per quanto affezionati si possa essere a un luogo, le esigenze del calcio moderno e dell’intrattenimento richiedono spazi adeguati e aggiornati alle tecnologie attuali.

Così, il destino di San Siro appare sospeso tra il desiderio di conservare la tradizione e la necessità di evolvere. Come Scaroni ha ben sottolineato, il tempo dei grandi presidenti disposti a coprire le perdite finanziarie è passato, e ora i club devono trovare soluzioni sostenibili non solo per la gestione delle squadre, ma anche per le infrastrutture che le ospitano.

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