Il Trio, Massimo Lopez, Tullio Solenghi e Anna Marchesini: la loro storia

Quando si parla di comicità italiana, va citato il Trio, formato da Massimo Lopez, Tullio Solenghi e Anna Marchesini.

Attivi dalla metà degli anni ’80 fino ai primi anni ’90, questi tre artisti non sono stati solo attori comici, ma veri e propri maestri della satira e dell’intrattenimento televisivo, teatrale e radiofonico. Loro sono riusciti a creare uno stile unico, caratterizzato da un’ironia raffinata e mai banale, che li ha resi amati dal grande pubblico.

Il Trio nasce nel 1982, quando Anna Marchesini, attrice straordinaria con un forte background teatrale, si unisce a Massimo Lopez e Tullio Solenghi, già colleghi e amici. La loro intesa artistica è immediata e, sotto la regia di Antonio Ricci, si fanno conoscere al grande pubblico con la loro partecipazione a trasmissioni di culto come “Domenica in” e, soprattutto, “Fantastico 7”, varietà di punta della Rai nella stagione 1986-1987.

La comicità del Trio era unica perché basata su un’alchimia perfetta tra i tre. Lopez e Solenghi, dalla voce inconfondibile e con doti mimiche eccezionali, spesso interpretavano personaggi comici maschili, mentre la Marchesini, con il suo umorismo graffiante e le sue trasformazioni incredibili, dava vita a una serie di indimenticabili caratterizzazioni femminili. Tra i loro personaggi più amati, è impossibile dimenticare la Signorina Carlo, interpretata da Anna Marchesini, una figura surreale e tragicomica che divenne iconica nel panorama della comicità italiana.

Il successo: da “I Promessi Sposi” alla satira politica

Il loro successo più grande arriva nel 1990 con “I Promessi Sposi”, una parodia televisiva in cinque puntate del celebre romanzo di Alessandro Manzoni. Questa rivisitazione comica del classico della letteratura italiana, trasmessa in prima serata su Rai 1, fece ridere milioni di telespettatori. Con un approccio surreale e intelligente, il Trio seppe stravolgere e ridicolizzare le rigide figure manzoniane, creando una parodia memorabile che è rimasta impressa nella cultura popolare italiana.

Oltre alla satira letteraria, il Trio fu anche maestro di satira politica e sociale. Spesso, nei loro sketch, prendevano di mira i potenti dell’epoca, non risparmiando nessuno. La loro ironia era graffiante ma mai volgare, riuscendo a divertire senza cadere nel becero. Attraverso battute e travestimenti grotteschi, riuscivano a toccare temi scottanti, evidenziando ipocrisie e assurdità della società italiana.

La fine del Trio e le carriere soliste

Nonostante il successo straordinario, nel 1994 il Trio decide di sciogliersi. Le motivazioni sono da ricercare, come spesso accade, nella volontà dei membri di esplorare nuovi percorsi artistici e dedicarsi a progetti individuali. Tuttavia, pur seguendo carriere soliste, i tre attori sono rimasti sempre legati da profonda stima e amicizia. Massimo Lopez ha continuato con spettacoli teatrali e televisivi, divenendo uno degli imitatori più apprezzati in Italia. Tullio Solenghi si è dedicato al teatro, mostrando una grande versatilità in ambito drammatico e comico. Anna Marchesini, invece, ha continuato con successo il suo percorso teatrale fino a che la salute glielo ha permesso, portando in scena anche monologhi e testi di grande impatto.

Il Trio, nonostante lo scioglimento, è rimasto un punto di riferimento della comicità italiana. L’affetto del pubblico non è mai venuto meno, e negli anni si sono susseguiti omaggi e celebrazioni del loro lavoro. Anche dopo la prematura scomparsa di Anna Marchesini nel 2016, l’eredità del Trio continua a vivere nelle repliche dei loro sketch, che ancora oggi fanno ridere e riflettere.

In un’epoca in cui la comicità spesso si affida a battute facili e immediate, il Trio ha dimostrato che si può far ridere con intelligenza, creatività e una forte dose di umanità. Massimo Lopez, Tullio Solenghi e Anna Marchesini rimarranno sempre un simbolo di come la vera arte comica possa essere sia popolare che profonda, capace di raccontare la realtà con un sorriso, ma anche con una certa malinconia.

Lascia un commento