Abbiamo avuto il piacere di intervistare Roberto Lasagna co-autore di Marco Bellocchio il pubblico e il privato edito da Il Foglio.
“L’idea di dedicarmi attraverso un saggio, in questo caso un saggio collettivo, all’opera di Marco Bellocchio, viene da lontano. Lo uno degli autori italiani più intensi, più moderni… definire Bellocchio un autore italiano è un qualcosa che gli sta un po’ stretto perché è un autore moderno tout court, che rientra in quel novero di cineasti che dalla seconda metà degli anni ’60 hanno contribuito a mettere in luce tematiche molto molto contemporanee, a superare schemi linguistici, ad avvicinare mondi magari con uno spirito polemico, battagliero”.
“Poi tutto questo corso del tempo si è trasformato in una capacità di indagine su tematiche scomode e ricorrenti. Pensiamo per esempio alla pagina di Aldo Moro, del sequestro, del rapimento e poi della morte, che è stata oggetto di indagine in due film distanti quasi vent’anni l’uno dall’altro: Buongiorno Notte ed Esterno Notte. L’idea è quella di avvicinarsi ad un regista che ha un rapporto con la realtà e con il cinema, dialettico, fatto di interrogazioni profonde che attraversano tanto il tessuto passionale, intimo, quanto la scena pubblica e collettiva, osservata sempre con uno sguardo che riflette la realtà come un sogno ad occhi aperti, che va indagato”.
Marco Bellocchio, il pubblico e il privato
“Il titolo del libro, Marco Bellocchio – Il pubblico e il privato, è significativo in questo senso: la dimensione interiore e lo sguardo sul “collettivo” diventano pagine di storia personale e collettiva che si intrecciano. Come è cambiato il cinema di Marco Bellocchio? Ci sono alcune fasi che possono essere rintracciate e lo fa bene Mario Molinari nell’introduzione al libro. Per esigenze di sintesi, per dare delle indicazioni di massima, possiamo dire che abbiamo una prima fase, quella segnata dal film d’esordio I pugni in tasca, segnata dalla ribellione a schemi linguistici e culturali”.
“Abbiamo una fase poi, che vogliamo identificare nella collaborazione con lo psichiatra Massimo Fagioli, attenta al mondo dei sogni e a un linguaggio cinematografico che è esso stesso confinante e sconfinante con il linguaggio dei sogni. Abbiamo poi un’ultima fase che dagli anni 2000 in avanti riprende i grandi fatti storici anche poco rappresentati dal cinema – penso al film Vincere dedicato alla vicenda di Ida Dalser e Benito Mussolini come a Bella addormentata dedicato invece a quella di Eluana Englaro -. grandi pagine di Storia che ci mettono di fronte ad ambiguità di lettura, a idiosincrasie della stampa nei confronti di queste pagine della realtà, per dipingerne degli affreschi aperti a diverse interpretazioni”.