Dejan Savicevic e quel retroscena: il Genio sarebbe potuto essere bianconero

Dejan Stankovic racconta la sua vita calcistica in rossonero: l’impatto difficile al Milan, i trionfi e quel retroscena di mercato…

Il calcio è fatto di sliding door clamorose: quanti calciatori avrebbero potuto vestire una maglia prima di diventare bandiere di un’altra compagine? Ricordiamo Franco Baresi, scartato da un provino dall’Inter (che si tenne solo il fratello Giuseppe, futura bandiera), o Erling Haaland scartato in tempi ben più recenti dal Barcellona perché tecnicamente non valido.

Di storie così il calcio ne è pieno e un giocatore che ha scritto la storia del Milan ha raccontato che prima di vestire il rossonero avrebbe potuto vestire almeno tre casacche, tra cui quella della Juventus.

Parliamo di Dejan Stankovic, che ha raccontato in un’intervista alla Gazzetta dello Sport: “L’arrivo al Milan? L’inizio è stato complicato. Un anno e mezzo. Ero in difficoltà, volevo tornare a casa. Non giocavo, avevo anche qualche problema fisico e poi davanti c’erano tre giganti: Gullit, Van Basten e Rijkaard… Stavo male. Problemi con la lingua, la città, il cibo. I nuovi compagni e il campionato diverso. Io ero alla Stella Rossa, avevo vinto una Coppa dei Campioni. Dovevo andare alla Juve, poi alla Roma, poi al Monaco in Francia. Ma ho scelto il Milan, è venuto il ds Ariedo Braida e abbiamo fatto in fretta. Ho accettato, poi a Milanello mi sono venuti i dubbi…”.

Dubbi fugati dal presidente Berlusconi e dal quasi connazionale Boban: “Se è vero come ha detto Berlusconi che a convincermi a restare erano stati lui e Boban? Sì, Zvone mi ha aiutato molto. Mi diceva: ‘Dejan, non fare lo scemo, tu sei il più forte di tutti, non puoi scappare. Vedrai, giochi e spacchi tutto’. Se mi ricordo la prima partita, Pescara-Milan 4-5? Certo che la ricordo. Anche i gol. Il primo l’ha segnato Allegri, poi ha pareggiato Maldini, poi ne ha fatti un sacco Van Basten. Sai, Marco ne faceva tre o quattro per volta”.

Savicevic ha poi scritto la storia del Milan, con 34 reti in 144 gare, ma con la sensazione che avrebbe potuto fare sempre qualcosa di più, per una discontinuità spesso caratterizzante i talenti ex jugoslavi (a cui si aggiunge qualche problema fisisco qua e là. In tal senso, Savicevic ha raccontato: “Ho fatto cose buone, altre meno. Il Milan mi ha dato molto, io forse potevo fare di più. Mi dispiace per la finale di Vienna nel 1995. Mi ero infortunato, magari giocavo contro l’Ajax e vincevamo. Chissà…”.

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