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Vende disegni per comprare un regalo di Natale alla sorellina: 11enne fermato dai carabinieri (con happy ending)

All Caps Are Bastards. Tutti i poliziotti sono bastardi.
È un motto, sicuramente discutibile, che ha una storia ultracentenaria alle spalle.

La frase “all cops are bastards” compare per la prima volta in Inghilterra negli anni ’20 del secolo scorso. Viene poi abbreviata in ACAB negli anni Quaranta, all’interno delle proteste operaie, e nel tempo l’acronimo si lega sempre più alla sottocultura criminale del Regno Unito. Negli anni Settanta è già segnalato come tatuaggio carcerario: una lettera per ogni nocca, oppure quattro piccoli punti apparentemente anonimi. Da allora ACAB è diventato slogan, marchio identitario, parola d’ordine da stadio, da corteo, da muro.

Una formula oltranzista, divenuta mainstream anche grazie ad alcuni prodotti culturali (come dimenticare il film del 2012 diretto da Sollima?)

Questa vicenda – questa che vi riportiamo di seguito, che rientra in pieno nel filone delle narrazioni delle FdO che aiutano persone in difficoltà (e accade spesso in periodo natalizio) – però non potrà farci pensare che no, in fondo non tutti i poliziotti sono così. Anche se, nello specifico, si parla di Carabinieri.

La tenera storia dell’11enne e del regalo di Natale per la sorellina

Il ragazzino di 11 anni – orfano di madre, e il dettaglio aumenta l’effetto commozione della vicenda – era uscito di casa portando con sé alcuni libri e dei disegni che lui stesso aveva realizzato. Li voleva vendere per racimolare qualche euro che avrebbe utilizzato per acquistare un regalino di Natale per la sua sorellina di tre anni.

È accaduto a Mugnano, in provincia di Napoli. Il ragazzino si era messo libri e disegni davanti all’uscio di un negozio di giocattoli. Il commerciante lo ha notato ed ha chiamato i carabinieri. I militari della locale caserma si sono recati sul posto ed hanno avvicinato il ragazzino rassicurandolo.

Lui ha spiegato di essersi allontanato da casa con un obiettivo semplice: raccogliere qualche euro per comprare un regalo di Natale alla sua sorellina di tre anni. I militari hanno comprato regali per entrambi i bambini e lo hanno riaccompagnato a casa dal padre.

Non c’è bisogno di aggiungere molto altro. Non serve caricare la vicenda di significati che non pretende di avere. È una storia quasi banale che però è capace di incrinare il citato slogan d’apertura.

Non cancella le ragioni di chi diffida, non riscrive la storia dei rapporti (certe volte quantomeno complicate) tra cittadini e forze dell’ordine, non assolve nessuno in blocco (perché a volte è difficile assolvere alcuni personaggi appartenenti a certe categorie). Ma ricorda una cosa semplice, spesso dimenticata: gli slogan – un po’ come gli stereotipi – funzionano finché la realtà non li ribalta.

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