Il prossimo 20 novembre 2024 è stato proclamato uno sciopero generale dei medici e degli infermieri italiani, coinvolgendo ospedali e ambulatori di tutto il paese.
La protesta durerà 24 ore e riguarda migliaia di professionisti sanitari, inclusi medici, infermieri e dirigenti sanitari. L’obiettivo dello sciopero è attirare l’attenzione su problematiche che, secondo i sindacati, stanno mettendo a rischio la qualità e l’accessibilità della sanità pubblica.
Il messaggio dei sindacati è chiaro: fermarsi per un giorno è un sacrificio necessario per evitare che il sistema sanitario collassi definitivamente. La protesta vuole essere un richiamo urgente al governo per ottenere investimenti concreti, risorse adeguate e condizioni di lavoro dignitose. Senza risposte, le organizzazioni sindacali promettono nuove mobilitazioni.
Lo sciopero dei medici rappresenta un’occasione per riflettere sul futuro della sanità pubblica, che rischia di essere compromessa senza interventi tempestivi e mirati.
I motivi dello sciopero
I sindacati Anaao-Assomed e Nursing Up, tra i promotori della protesta, denunciano gravi criticità nel sistema sanitario. Tra queste, la carenza di personale medico e infermieristico, l’insostenibilità dei carichi di lavoro, turni massacranti e retribuzioni ferme da anni.
Inoltre, lamentano la disorganizzazione strutturale degli ospedali, con mancanza di attrezzature e posti letto, e l’insufficiente riconoscimento economico e contrattuale per le professioni sanitarie. Altro elemento critico è l’aumento degli episodi di violenza nei confronti del personale medico e infermieristico.
Nonostante la portata dello sciopero, i servizi di emergenza saranno garantiti. Rimarranno attivi i pronto soccorso, i trasporti del 118 e le terapie intensive, così come gli interventi chirurgici d’urgenza. Tuttavia, molte attività programmate, come visite specialistiche e interventi non urgenti, rischiano di essere rinviate, con conseguenti disagi per i pazienti.
L’ultima polemica
La polemica è legata anche alla sicurezza del personale sanitario. Un episodio recente di violenza in ambito ospedaliero ha scosso la comunità medica a Lamezia Terme, dove un primario di Pronto Soccorso è stato aggredito con un manganello da un 28enne. L’aggressore è stato successivamente arrestato. Questo fatto, avvenuto il 12 novembre 2024, ha riacceso il dibattito sulle difficoltà che il personale sanitario affronta quotidianamente, spesso in condizioni di rischio per la propria sicurezza. Il medico aggredito ha denunciato l’incapacità di lavorare serenamente in un clima di tensione crescente, definendo l’episodio “inaccettabile”.
Questa aggressione non è un caso isolato, ma si inserisce in un quadro allarmante di episodi di violenza contro i sanitari in Italia, che ha portato il governo ad adottare provvedimenti legislativi. Recentemente è stata approvata una legge che introduce l’arresto in flagranza differita per gli aggressori e prevede pene più severe, incluse condanne fino a 5 anni anche per il danneggiamento delle strutture sanitarie. La norma, definita “salva-sanitari”, mira a contrastare un fenomeno che sta scoraggiando molti giovani a intraprendere la carriera ospedaliera.