Radja Nainggolan rompe il silenzio dopo l’arresto in Belgio per un’inchiesta su traffico di droga. Cosa accadrà adesso?
L’ex centrocampista di Cagliari, Inter e Roma, Radja Nainggolan, ha deciso di raccontare la sua versione dei fatti dopo l’arresto avvenuto in Belgio nei giorni scorsi. Il calciatore è stato coinvolto in un’inchiesta sul traffico internazionale di droga e, dopo aver trascorso una notte in carcere, è stato rilasciato su cauzione. Attualmente si trova in libertà vigilata (ha già ripreso ad allenarsi, come vedremo di seguito) mentre le indagini proseguono.
A quattro giorni dall’accaduto, Nainggolan ha quindi scelto di esprimere il proprio stato d’animo attraverso una storia su Instagram: “Ciao a tutti, potete immaginare che gli ultimi giorni siano stati incredibilmente difficili. Voglio ringraziare dal profondo del mio cuore tutti coloro che mi hanno sostenuto. Il caloroso sostegno della mia famiglia e dei miei amici, così come la lealtà e la fiducia del KSC Lokeren-Temse, dei suoi incredibili sostenitori e dei miei compagni di squadra, mi danno la forza di andare avanti”.
Il centrocampista ha voluto esprimere la sua riconoscenza anche verso i suoi legali: “Vorrei anche esprimere la mia gratitudine ai miei avvocati, Me Omar Souidi e Me Mounir Souidi, per la loro instancabile dedizione e professionalità. Apprezzo profondamente il loro supporto. Ora che sono tornato a casa voglio concentrarmi completamente sul calcio e ritrovare la serenità. Chiedo gentilmente che venga rispettata la mia privacy e i tempi di recupero necessari. In questo momento non mi è consentito rilasciare interviste su questo argomento e non ne concederò alcuna”.
Nainggolan è finito al centro dell’indagine per presunti legami finanziari con Nasr-Eddine Sekkaki, fratello di Ashraf Sekkaki, noto alle autorità belghe per il suo coinvolgimento nel traffico di droga su larga scala. Secondo gli inquirenti, l’ex calciatore avrebbe prestato ingenti somme di denaro al fratello del criminale, elemento che lo ha portato ad essere interrogato per diverse ore dalla polizia federale di Bruxelles prima di trascorrere la notte in stato di fermo.
L’indagine della procura di Bruxelles si concentra sul ruolo di Nainggolan nei flussi di denaro sospetti collegati all’organizzazione criminale, accusata di importare cocaina dall’America Latina attraverso il porto di Anversa per poi distribuirla in tutto il Belgio. Tuttavia, il coinvolgimento di Nasr-Eddine Sekkaki in questa specifica operazione di traffico di droga deve ancora essere accertato, come confermato da fonti giudiziarie.
Nainggolan intanto è rientrato in campo (e il presidente del Lokeren-Temse è ottimista)
Nonostante la vicenda giudiziaria, Nainggolan è tornato ad allenarsi regolarmente. Il giorno successivo al suo interrogatorio, si è presentato al campo d’allenamento del Lokeren-Temse alle ore 14, proseguendo la preparazione con la sua nuova squadra della seconda divisione belga (con la cui maglia ha realizzato un gran gol all’esordio direttamente da calcio d’angolo).
Il presidente del club belga dove attualmente milita Nainggolan, Hans Van Duysen, ha rilasciato dichiarazioni abbastanza ottimistiche, a ridosso del suo rilascio. Queste le parole del numero uno del club, riportate da fanpage.it: “Siamo felici che sia di nuovo libero, ma non conosciamo ancora tutte le condizioni. Può ancora giocare a calcio sotto queste condizioni o no? Spero di sì, ma al momento non è ancora chiaro”.
Ma qual è la posizione del centrocampista che in Italia ha disputato oltre 500 partite tra serie A e serie B (ha iniziato in serie B col Piacenza e ha terminato la sua parabola italiana in serie B con la SPAL)? Nainggolan è formalmente indagato, come stabilito dal Gip di Bruxelles al termine di un lungo interrogatorio. Dopo una notte trascorsa in carcere, è stato “rilasciato con condizioni” e resta sottoposto a libertà vigilata. Non è ancora chiaro se dovrà firmare periodicamente o se sarà monitorato con un braccialetto elettronico.
I suoi avvocati, Mounir e Omar Souidi, hanno ribadito la sua estraneità alle accuse più gravi: “È un calciatore, non un criminale”. Tuttavia, la sua posizione resta complessa e Nainggolan non è libero di lasciare il Belgio. Comunque vada, per lui, si tratta dell’ennesima disavventura con la legge in terra belga: il 12 ottobre 2022 – quando militava nell’Anversa – fu arrestato per essersi messo alla guida con una patente non valida.