Oggi vi parliamo del videogame più brutto di sempre, si tratta di un prodotto rivoluzionario ma che ha fatto flop.
Nell’industria dei videogiochi, si parla spesso di grandi successi che hanno segnato la storia e di titoli che hanno venduto milioni di copie diventando veri e propri cult.
Tuttavia, esiste anche l’altra faccia della medaglia: giochi che sono diventati leggendari non per il loro successo, ma per il loro clamoroso fallimento. Tra questi, uno in particolare è passato alla storia come il “videogioco più brutto di tutti i tempi”, al punto da guadagnarsi fama globale non per la sua qualità, ma per aver contribuito a un periodo buio nell’industria videoludica.
Il nome del gioco? Vi sorprenderà!
La storia dietro un disastro annunciato
Il gioco in questione fu lanciato agli inizi degli anni ’80, un’epoca d’oro per i videogiochi in cui i grandi produttori cavalcavano un’ondata di successo senza precedenti. Tuttavia, dietro le quinte, molte aziende iniziavano a fare i conti con un mercato saturo e una concorrenza agguerrita. La software house responsabile del gioco decise di fare un investimento massiccio, credendo che avrebbe dato vita a un successo senza precedenti.
I presupposti sembravano esserci tutti: il gioco era ispirato a uno dei più grandi film di Hollywood dell’epoca, un’icona amata da milioni di persone. La trama del film aveva commosso il pubblico, e molti speravano che il videogioco avrebbe offerto un’esperienza altrettanto emozionante. Per questo, l’azienda investì ingenti somme per assicurarsi i diritti del film e diede carta bianca allo sviluppatore, con l’intento di trasformare un’idea ambiziosa in realtà.
La leggenda delle cartucce sepolte nel deserto
Il gioco in questione è E.T. the Extra-Terrestrial, sviluppato da Atari nel 1982. Considerato un flop senza precedenti, il gioco non solo è stato etichettato come il peggiore mai realizzato, ma ha contribuito a una crisi dell’industria videoludica, che segnò l’inizio della fine per Atari e di una pesante flessione del mercato dei videogiochi. Ancora oggi, “E.T.” viene citato come esempio di ciò che accade quando il marketing e l’avidità prendono il sopravvento sulla qualità e sull’attenzione al giocatore.
Quello che doveva essere un capolavoro si trasformò in una delle pagine più oscure della storia dei videogiochi, diventando un simbolo di come, a volte, il nome di un titolo possa sorprendere.
Il fallimento fu così clamoroso che, secondo la leggenda, milioni di copie invendute furono sepolte nel deserto del New Mexico, un evento che divenne simbolo di quel fallimento epocale e alimentò per anni le speculazioni su quella “tomba di cartucce”. E per decenni la storia rimase avvolta nel mistero, finché, nel 2014, una spedizione confermò l’incredibile leggenda: le cartucce furono effettivamente trovate sepolte, chiudendo un capitolo che sembrava destinato a rimanere un mito.