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Malattia del Congo in Italia, sintomi e cause: caso a Lucca

Un caso di febbre emorragica della Crimea-Congo, una malattia rara e altamente pericolosa, è stato recentemente individuato in Italia, precisamente a Lucca.

La notizia ha destato preoccupazione tra gli esperti e la popolazione, accendendo i riflettori su una patologia che, seppur poco diffusa, è associata a gravi conseguenze per la salute.

La persona contagiata è stata immediatamente ricoverata e sottoposta a trattamenti specifici, mentre le autorità sanitarie monitorano da vicino la situazione per prevenire eventuali ulteriori contagi.

La febbre emorragica della Crimea-Congo è una zoonosi virale, trasmessa principalmente attraverso il contatto con zecche infette o fluidi corporei di animali contagiati. Il virus è endemico in alcune regioni dell’Africa, dell’Asia e dell’Europa orientale, ma i casi in Europa occidentale sono estremamente rari. L’infezione è caratterizzata da sintomi iniziali simil-influenzali, seguiti, nei casi più gravi, da emorragie interne, insufficienza d’organo e talvolta esito fatale​.

Il paziente, di cui non sono stati divulgati dettagli per motivi di privacy, avrebbe contratto l’infezione durante un viaggio in una zona endemica. Una volta tornato in Italia, ha iniziato a manifestare sintomi preoccupanti, tra cui febbre alta, dolori muscolari e segni emorragici. Dopo una diagnosi tempestiva, è stato ricoverato in isolamento in una struttura attrezzata per trattare patologie infettive ad alto rischio. Le autorità sanitarie della Toscana hanno avviato un’indagine epidemiologica per identificare eventuali contatti a rischio e prevenire la diffusione del virus.

Sintomi e modalità di trasmissione

La febbre emorragica della Crimea-Congo si manifesta con febbre improvvisa, dolori muscolari, mal di testa e nausea. Nelle fasi avanzate possono insorgere emorragie interne, insufficienza epatica e renale. La trasmissione avviene principalmente attraverso il morso di zecche infette o il contatto diretto con sangue o altri fluidi corporei di persone o animali contagiati. È quindi fondamentale evitare il contatto con zecche e adottare precauzioni durante viaggi in zone a rischio​.

Le autorità sanitarie italiane hanno intensificato le misure di prevenzione per contenere il rischio di trasmissione. Tra queste, la sorveglianza epidemiologica, l’educazione sanitaria e il controllo delle zecche nelle aree interessate. I viaggiatori di ritorno da zone endemiche sono invitati a segnalare tempestivamente qualsiasi sintomo sospetto, per facilitare diagnosi e trattamento precoci.

La comunità scientifica si sta mobilitando per approfondire la comprensione di questa patologia, promuovendo studi sulla sua diffusione e sviluppando protocolli per la gestione clinica. Sebbene il caso di Lucca rappresenti un evento isolato, è un promemoria della necessità di mantenere alta l’attenzione su malattie infettive globali, anche quelle considerate rare.

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